Autore: John Murray

Casa Editrice: Alfa&Omega 2020

Titolo Originale: Redemption accomplished and applied

n. Pagine: 216

Recensione a cura di D. G. Ursan

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Questo libro di Murray uscì nel 1955 diventando a suo modo un “classico” della fede riformata contemporanea. E’ bello vederlo in edizione italiana. John Murray (1898-1975), scozzese ma vissuto per molti decenni negli USA, ha segnato la teologia riformata di area anglosassone. Studente a Princeton, fu uno dei fondatori del Westminster Theological Seminary a Philadelphia, dove avrebbe insegnato teologia sistematica sino all’emeritazione nel 1966.

In questo libro, più volte ristampato in inglese e tradotto in molte lingue, l’A. presenta il ricco lascito teologico della Riforma sulla redenzione, portandone alla luce la ricchezza e la profondità. Così facendo, l’opera libera la soteriologia dalle distorsioni che, con il passare del tempo e l’avvento di nuove filosofie e ideologie, hanno oscurato, snellito, denaturato o falsificato i fondamenti della salvezza che sono centrali al messaggio cristiano.

L’A. tratteggia il tema della redenzione con grande maestria. Si vede chiaramente il taglio sistematico per come riporta, in modo preciso e puntuale all’interno di ogni singola pagina, importanti e ripetute delucidazioni sull’argomento, attraverso l’utilizzo di analisi esegetiche esaustive e ben strutturate.

Il libro è suddiviso in maniera ordinata accompagnando il lettore, passo dopo passo, in modo scorrevole e sconvolgente, alla scoperta della rasserenante compiutezza della redenzione, nella prima metà del libro, e alla straordinaria applicazione della redenzione alla vita del credente, nella seconda metà, in un crescendo che prorompe in un finale strepitoso e pieno di speranza. Si nota continuamente la centralità della figura e dell’opera di Cristo in ogni capitolo e, sicuramente, anche l’interesse dell’A. a mostrare il fondamento biblico dei concetti espressi, attingendo da importanti fonti, specialmente nella prima parte del libro, quali Agostino, Anselmo, Calvino, Francesco Turrettini e Hugh Martin. Nella seconda parte, invece, possiamo notare un attento utilizzo del Catechismo di Westminster.

L’A. non esita ad affrontare temi scottanti e ad entrare in dibattiti teologici come quello riguardante l’ordo salutis (dal latino, l’ordine della salvezza), che viene ben spiegato nella seconda parte. Si può notare come la preoccupazione dell’A. sia quella di spiegare le varie fasi della salvezza, alcune delle quali si succedono, mentre altre avvengono in contemporanea. Le affronta separatamente per sottolineare la meraviglia e la grazia che si trova in ognuna di esse. Ciò porta ad avere un numero minore di capitoli, benché più corposi, nella prima parte del libro, e un numero di capitoli raddoppiati, più snelli, nella seconda parte.

Se ci si vuole cimentare in una lettura stimolante di un testo che, nonostante il numero apparentemente ridotto di pagine, ha una notevole solidità teologica tale da esser stato inserito dalla casa editrice nella collana “La grande teologia evangelica”, questo libro rimane sicuramente una scelta di prima categoria. Ci si può davvero rallegrare che un classico del genere sia ora disponibile anche in lingua italiana.

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