Nel 1980, ho lasciato la mia famiglia per andare a vivere con una donna conosciuta in una galleria d’arte, dove esponevo i miei quadri. In quel periodo, mi sono allontanato completamente dagli affetti familiari e da ogni riferimento stabile. Ho vissuto così per circa sei anni, ma quelli sono stati gli anni più bui e tristi della mia vita. Avevo perso ogni capacità decisionale, e mi sentivo come in balia di una vita che non mi apparteneva più.
Poi, un giorno, senza capire bene il perché, ho deciso di tornare a casa. Solo più tardi ho compreso che non era stata una mia decisione autonoma, ma era stato il Signore Gesù a riportarmi a casa, come fece col figliol prodigo. Una sera, sentii nel cuore il bisogno di chiedere perdono a Dio e riprendere in mano la mia vita. Il giorno dopo, desideroso di incontrare Dio, entrai in una chiesa cattolica. Vi andai per diverso tempo, finché una donna, notando la mia presenza, si avvicinò a me e mi chiese cosa cercassi. Le raccontai tutto, e grazie a lei trovai un lavoro. Fu in quel periodo che, mentre uscivo da lavoro, il Signore mi mise in contatto con alcuni cristiani evangelici. Da quel momento iniziò il mio cammino di fede con la comunità evangelica, e riconobbi con chiarezza che Gesù mi aveva salvato, mi aveva liberato da una vita di confusione, e mi aveva ridato dignità e speranza. Nel 1988 chiesi di essere battezzato, confessando pubblicamente Gesù come mio Signore e Salvatore. E oggi, a distanza di 38 anni, continuo a testimoniare la grazia salvifica di Dio, proclamando con gioia che in Cristo c’è salvezza, perdono e vita nuova.

 

Giovanni